In questo periodo vorrei un giorno di pura follia.
Me ne basta uno ma di follia vera.
Vorrei in uscire dagli schemi e fare cose che non farei altrimenti.
Vorrei poter dire ai bambini che possono stare a piedi nudi tutto il giorno, correre e giocare a calcio per casa, saltare sul divano che tanto la mamma non si arrabbia.
Vorrei mangiare insieme a loro con le mani magari seduti per terra davanti alla televisione, sbriciolando sul tappeto antico, senza pensare che potrei creare un precedente che mi si ritorcerà contro.
Vorrei riempirmi di schifezze che fanno ingrassare senza pensare che ingrasserò.
Vorrei avere il coraggio di scrivere a qualcuno quello che penso offendendolo pubblicamente,senza pensare che mi pentirò e vergognerò come un ladro per averlo fatto.
Vorrei godere di quei cinque minuti di cattiveria pura, senza pensare che starò malissimo perché non è giusto fare del male agli altri e io non sono una persona cattiva.
Vorrei essere una stronza come quelle che mi fanno incavolare, ma solo per pochissimo tempo perché a me quelle stronze non piacciono.
Vorrei dire a Topino che sì, può mandare a quel paese i bulletti che lo offendono e può anche tirargli un cazzotto e fargli male che tanto la mamma non si arrabbia e che in certe situazioni si può infrangere la regola “mai alzare le mani!”
Vorrei dirgli che ogni tanto un Vaffancxxx è liberatorio senza avere la spada di Damocle dell’educazione sulla testa.
Vorrei dire a Topino che ha ragione, la scuola è pesante, le maestre sono pesanti, senza pensare che la userebbe come scusa tutte le volte che non ha voglia di studiare.
Vorrei chiudere la porta a chiave e far finta di non essere in casa, non rispondere al telefono e fregarmene se gli altri si preoccupano per me.
Vorrei andare a dire due cosine a certe mamme che mi hanno proprio rotto le scatole con il loro perbenismo da quattro soldi, senza pensare che sono talmente ignoranti che il mio sfogo si ritorcerebbe su mio figlio.
Vorrei andare da mio padre e fargli un bel discorso, senza pensare che lo farei soffrire, ma soprattutto, che a 60 anni non cambierà e quindi è inutile parlargli.
Vorrei dire a mia suocera che io ce la faccio da sola, senza pensare che lei mi soffoca solo perché mi vuole bene e alla fine è sempre un grande aiuto.
Vorrei fare tante altre cose senza mille freni inibitori.
Probabilmente se le facessi liberamente la mia vita cambierebbe ma non son sicura che cambierebbe in meglio.
La verità è che io vorrei fare ma non vorrei cambiare la mia vita perché mi piace così com’è.
Racchiusa in quegli schemi, nelle regole, che tutti condannano ma che io ringrazio di avere perché servono per crescere con dei punti di riferimento.
La vita è fatta di regole e le regole a volte son fatte per essere infrante.
Vorrei che i miei figli crescessero nel rispetto profondo delle regole.
Vorrei che le rendessero parte del loro essere e le usassero al momento giusto.
Soprattuto vorrei che capissero che c’è un momento nella vita in cui le regole si possono infrangere per sentirsi liberi senza far del male agli altri e che non è “figo” fare quello che si vuole sempre e comunque, anzi, non è neanche bello!