L’esperienza più bella della mia vita? Avere un figlio, anzi una figlia.
L’esperienza più complicata? Gestire un figlio, anzi una figlia.
Lo rifarei, certo. Subito, anche domani. Ma vorrei sicuramente avere sul comodino MAMMAMIA! di Paola Maraone e Alessandra Di Pietro (edito da Baldini + Castoldi).
Se ieri, domenica 18 novembre, eravate a Bookcity nella Sala del Grechetto sapete già di cosa sto per parlarvi. In caso contrario, continuate a leggere.
Non fatevi fuorviare dal sottotitolo di questo libro, che recita: “Il metodo italiano per crescere bambini felici ed essere genitori sereni”. Qui non troverete il quarto segreto di Fatima che farà addormentare i bambini in 8 secondi, né la soluzione definitiva ai capricci. Però ci sono utili consigli su come rimuovere lo slime dal soffitto, e non è poco.
Quello che viene narrato in queste pagine altro non è che vita vissuta, avventure e disavventure che le autrici hanno provato sulla loro pelle (hanno 5 figli in due) o che hanno sentito raccontare agli amici, in preda a un momento di sconforto genitoriale.
Il bello dove sta? Nell’esperienza. Una volta che racconti quello che ti è successo vuol dire che in qualche modo sei riuscito a superarlo o comunque a gestirlo. È un po’ come quando vai dallo psicologo: butti fuori, butti fuori e poi finalmente puoi tornare a respirare.
E cosa c’è di meglio della condivisione, quando si parla di figli?
Sapere che il bambino dell’amica fa micro-pisolini da 40 minuti, mentre il tuo dorme 12 ore di fila ti farà sentire bene (non negarlo), ma ti potrebbe comunque tornare utile sapere come lei ha affrontato la situazione. Quando, con l’arrivo del secondo figlio, ti troverai a trascorrere intere nottate a cantare, ballare o sussurrare parole più o meno dolci per farlo stare con Morfeo almeno 10 minuti, non sarà così tremendamente stressante.
Dal (cyber)bullismo ai pudori dell’adolescenza, dalle notti in bianco alle battaglie per mangiare il minestrone, dalle chat del gruppo genitori ai favoritismi tra fratelli e sorelle, qui c’è di tutto. Dagli 0 ai 15 anni.
Questo libro è a metà tra il manuale di self-help e la docu-fiction autobiografica, e ci regala 88 racconti attinti dal privato, dalla vita quotidiana e dai ricordi, dove vengono condivise gioie e dolori dell’essere genitori. Storie che ti faranno emozionare, ridere e a tratti piangere, perché estremamente vere e attuali. E che limeranno un po’ quel senso di colpa che sempre ci attanaglia, quella sensazione di inadeguatezza che sprigioniamo da tutti i pori quando qualcosa non va come noi vorremmo (la frase “ma chi me l’ha fatto fare” ti dice qualcosa?).
Il metodo Ace
Quando si parla di “metodi” a me viene già la pelle d’oca. Ne ho letti di ogni, quello di Tracy Hogg che vuole farti trovare del tempo per te stessa, quello di Estivill per far dormire i bambini… Hanno funzionato? Ni. Perché non c’è una soluzione unica ai problemi di tutte, ma è giusto conoscere le varie possibilità per scegliere quella che ci viene più comoda, naturale e che è più indicata per la nostra situazione. Quindi, sì, un altro metodo.
Quello di Paola e Alessandra si chiama ACE (come il succo di frutta, e già mi piace). Tre gli ingredienti principali: Autonomia, Condivisione ed Empatia.
Le dosi? Quanto basta, come quando fai una polpetta.
Saper mescolare insieme amore, attenzioni, regole, risate, abbracci, urla e rimproveri ti aiuterà a trovare la ricetta per superare le difficoltà, in qualche modo.
Facile? No.
Veloce? Nemmeno.
Ci vuole pazienza (e noi mamme ne abbiamo taaanta!), coraggio e determinazione. E anche un po’ di generosità. Perché mettere al mondo un figlio (o una figlia), dopotutto, è un dono immenso.
Chi sono le autrici di MAMMAMIA!
Mamme, prima che giornaliste, si sono occupate di centinaia di inchieste sui problemi dei genitori e delle famiglie.
Paola è giornalista per Elle. Ha 3 figli e questo non è il suo primo libro. Nel 2009 ha scritto “Ero una brava mamma prima di avere figli”, da cui ha tratto anche l’omonimo blog.
Anche Alessandra, sua collega nella redazione della rivista femminile, ha già scritto molti testi. L’ultimo si intitola “Il gioco della bottiglia. Alcol e adolescenti, quello che non sappiamo”.