“Mamma…” e poi silenzio, nel cuore della notte. Non aveva bisogno di aggiungere altro perché avevo già capito. Aveva fatto la pipì a letto.
Mi alzavo, andavo da lui e, senza dire troppe parole, lo cambiavo, gli cambiavo le lenzuola e lo rimettevo a letto oppure lo portavo nel lettone.
Non avevo il coraggio di dirgli niente perché mi faceva una tenerezza immensa il suo sguardo triste e imbarazzato.
“Mamma non l’ho fatto apposta, non ho sentito che mi scappava” come se si sentisse in colpa.
A sei anni non hai colpe se fai ancora la pipì a letto, a sei anni c’è una spiegazione e io la conoscevo bene.
Il mio Semmino faceva la pipì a letto quando durante la giornata era successo qualcosa di particolare, qualcosa che lo aveva turbato. Bastava anche una mia sgridata che, con matematica certezza, la notte avrebbe bagnato il letto, lo sapevo ormai. Nonostante lo sapessi non riuscivo a trattenermi, ero molto nervosa in quel periodo e lui ne pagava le conseguenze.
Periodo di stress lavorativo, di cambiamenti, di trasferimenti e purtroppo, invece che capire e proteggerlo, spesso ero brusca e scontrosa.
Per anni me ne sono fatta una colpa ma credo che tutte le mamme siano umane e possano sbagliare.
Oltre al fattore psicologico c’era, senza dubbio, anche quello fisico. Lui non sentiva proprio lo stimolo, si accorgeva di averla fatta solo quando sentiva il bagnato. La sera cercavo di farlo bere il meno possibile e di notte lo svegliavo per accompagnarlo in bagno.
Mi dispiaceva tanto interrompergli il sonno ma non potevo fare altrimenti. Comunque, nonostante lo svegliassi, la mattina, a volte, capitava che mentre andava in bagno qualche goccia di pipì gli scappasse.
Per lui era un grandissimo problema. Si vergognava molto. Mi chiedeva di cambiare le lenzuola e stirarle io così la signora che stirava non avrebbe capito. Mi pregava di non parlarne con nessuno, con nessuna mamma dei suoi compagni.
Io in realtà l’ho fatto per confrontarmi e capire se il problema fosse diffuso o riguardava solo mio figlio. Il problema era diffuso. Nessuna ne parlava per i miei stessi motivi, ma il problema esisteva e colpiva tanti bambini. Questa scoperta mi ha un po’ sollevata perché si sa, mal comune mezzo gaudio.
Comunque io ero intenzionata a risolvere il problema e velocemente. Prima di tutto ho fatto un lavoro su me stessa e ho cercato di migliorare il mio modo di affrontarlo. Poi ho parlato con lui. Ho voluto coinvolgerlo nella risoluzione del problema, mi sembrava la cosa giusta da fare e così ho fatto. Col tempo si è rivelata una decisione vincente.
Gli ho proposto di usare delle mutandine assorbenti per i bambini grandi. Inizialmente ha detto no, era irremovibile. Non voleva assolutamente indossarle, si sentiva grande e lo imbarazzavano. Poi, con mille discorsi, l’ho convinto: le mutandine assorbenti erano infatti sottili e discrete e avevano dei disegnini adatti ai bambini della sua età, inoltre la confezione era ben nascosta in un cassetto in modo che nessuno lo potesse vedere e quello era il nostro segreto.
Adesso di anni ne ha 10 e non ci sono stati più episodi di pipì a letto. Forse un paio, se non ricordo male, quando è nato il fratellino, ma in quel caso la spiegazione era palese.
Se volete sapere qualcosa di più sul problema dell’enuresi vi consiglio di visitare il sito www.nottiasciutte.it oppure quello delle mutandine assorbenti DryNites www.drynites.it
Questo post è in collaborazione con Huggies