Da lungo tempo meditavo di parlare in questa rubrica di un libro di Benjamin Lacombe. Dico “di Lacombe” perché – non me ne voglia l’autore vero e proprio – le sue illustrazioni sono opere d’arte e spesso la loro forza e bellezza arriva addirittura a predominare sul testo, spesso già di per sé estremamente poetico.
Quel che mi ha finora frenata dal parlarvi dei suoi libri è la complessità e la ricchezza di significati e rimandi che si nascondono tra le pagine. Prendete, ad esempio, la splendida versione di Biancaneve, tutta giocata sui tre colori bianco, nero e rosso. La storia è quella nota ai più, eppure aleggia un’atmosfera misteriosa e un po’ gotica, sottolineata dallo straordinario pallore della protagonista, dal suo sguardo serio, quasi adulto e dalla presenza di corvi e di mele rosso sangue.
Il nostro sguardo di adulti ci fa spingere oltre, ci fa cogliere quei dettagli e ci fa soffermare su di essi; siamo affascinati da risvolti e messaggi che Lacombe ha disseminato apposta per i nostri occhi, ma questo non vieta affatto a un bambino o a un ragazzo di godere della lettura dei suoi albi.
Questo è un albo che in particolare mi piace moltissimo e che trovo adatto a loro.
La protagonista, Lisbeth, è una ragazzina solitaria che per Natale va a trovare la nonna assieme al suo gattone nero di nome Socrate.
Nonna Olga “è l’unica famiglia che la capisce e non la sgrida di continuo per le sue cattive abitudini e per quel brutto vizio che ha di finire le frasi degli altri”. I suoi genitori sono persone importanti, non sembrano avere tempo per lei, né voglia di divertirsi o rilassarsi durante le vacanze dedicandole le loro attenzioni. Per lei e Socrate andarsene è un sollievo.
Sono parole dure da digerire, lo so, ma il mondo è fatto anche di genitori di questo tipo e le fiabe sono disseminate di figure simili sin dai tempi di Hansel e Gretel o di Pollicino.
Lisbeth comunque dalla nonna si trova benissimo, si sente finalmente a casa sua. In più, ad attenderla c’è anche Edward, ragazzo timido e balbuziente, segretamente innamorato di lei. A lui il “vizio” di Lisbeth di finire le frasi piace, “vista la fatica che fa a finire le frasi”.
I due si completano nel vero senso della parola. Lei è impegnata nella compilazione di un erbario a cui tiene molto, lui la aiuta facendo del proprio meglio.
Manca l’elleboro nella collezione di Lisbeth e subito lui si mette alla ricerca. Nel frattempo però, tra le cose della nonna, la ragazzina scova un libro assai particolare.
Proprio quando Edward non fa rientro a casa e l’ansia nel cuore di Lisbeth aumenta, i suoi capelli mutano di colore diventando di un bel rosso acceso. Non è più una bambina, quella notte cambierà la sua vita per sempre. Scoprirà infatti, grazie a questo prezioso libro, qualcosa di inaspettato su di sé, sulla nonna e sul suo albero genealogico, composto di valorose eroine e autentiche streghe.
Scoprirà anche l’amore e la sua forza, che dà coraggio nei momenti di difficoltà e che vale ben più di qualunque potere soprannaturale.
Non voglio soffermarmi sulle emozioni che questo albo suscita in me, né parlarvi dei pensieri che evoca nella mia mente, perché credo sia molto meglio lasciare che siate voi stessi a leggerlo e a provare emozioni vostre, a farvi una vostra personale idea. Lacombe infatti, come accade per qualsiasi grande artista, non impone la sua visione delle cose, non sciorina al pubblico una lettura univoca. Ci invita a sognare, a vedere in quelle immagini una parte di noi, la più intima e nascosta. Allo stesso tempo però, parla di cose elementari e vere, comprensibili anche dai bambini, come l’amore, il cambiamento che sconvolge e fa migliorare ed evolvere. Più semplicemente, parla della vita.
Buona lettura,
Maria, Il Signor Pob
La piccola Strega
[Sébastien Perez, Benjamin Lacombe, Rizzoli, 2017. Età di lettura: dai 6 anni]