Ho sempre desiderato un cane, nonostante due gatti sornioni abitino la mia casa; dopo aver letto “Io sono soltanto un cane” di Jutta Richter edito in Italia da Beisler Editore, il desiderio si è trasformato in una miscela di prepotente urgenza mescolata a disincantata e realistica consapevolezza che io e un cane non ce la potremmo fare.
Questo simpatico libro prende vita dalle parole cagnesche di Anton, un grosso e peloso Pastore Ungherese, piombato in casa di una giovane famiglia umana direttamente dalle distese erbose dell’Est Europa, che, così prepotentemente, popolano tutto il libro, ritornando nella mente del protagonista canino con immagini acquerellate di manzi grigi, pecore racka e maiali mangalica da rincorrere e tenere insieme in gregge.
In una prospettiva capovolta, è Anton che descrive, da padrone di casa (o almeno così gli piacerebbe), la gente che abita insieme a lui: c’è Friedbert, il capobranco, dalla voce profonda e dalla lingua corta, impegnato in una perenne e snervante lotta per l’educazione canina di Anton; c’è poi Emily, dalle mani che profumano di pelle di galletto, di prosciutto e salsicce di fegato, guardiana e angelo custode del peloso cagnone, sempre attenta a riempire la sua ciotola e ad allungargli qualche leccornia. E infine, ma non proprio in fine, c’è lei, la piccola, con le mani così morbide e leggere da scivolargli sul pelo come una lingua di cane, sua compagna di giochi e amica del cuore.
Anton ne farebbe volentieri a meno, ma in casa c’è anche Mizzi una smorfiosa e protestante gatta nera; il modo di dire “litigare come cane e gatto” è fra i più appropriati per descrivere il rapporto guerrigliero fra i due animali di famiglia. Ma Anton lo sa…”è una guerra che non mi basterà una vita per vincerla”.
Il libro si lascia leggere con scorrevole piacevolezza, alternando racconti sempre in prima persona canina di marachelle e disastri a quelli in cui il protagonista si spinge a critiche alla cultura mediatica della società umana, che passa ore davanti ad una scatola nera da cui escono rumori e immagini veloci ma che non profuma per niente. Anton, come un qualsiasi recalcitrante novello scolaro, racconta poi del netto rifiuto di andare alla scuola per cani, perché, come gli raccontava quel lontano zio Ferenc anch’esso pastore ungherese, andare a scuola significa perdere la libertà. Anton avrebbe fatto di tutto per non andarci, ma alla fine a scuola gli umani ce lo spediscono e lì, dopo un empasse iniziale, Anton si scopre un abile cane da salvataggio. E diventa proprio un cane eroe perché riesce a salvare la piccola amica del cuore da una caduta nel lago ghiacciato.
La sua vita da quel giorno non è più la stessa…essere un cane eroe è semplicemente meraviglioso, è possibile fare tutto ciò che fino a poco tempo prima era proibito! Beh è meraviglioso ma dopo un po’ è pure difficile…Anton comincia a sperare di poter tornare ad essere semplicemente un cane normale. Basta poco per scendere dal piedistallo dorato su cui era involontariamente piombato; tutto merito di un’oca profumata e croccante preparata per il pranzo di Natale che Anton si è sbafata in anticipo.
L’autrice ci accompagna in una profonda e simbiotica visione cagnesca della vita in modo mirabile e certamente empatico, d’altronde non ci si potrebbe aspettare altro da una scrittrice che ama profondamente questi mammiferi e che condivide con loro la bellissima casa nel castello di Westerwinkel in Germania. Il resto lo fa il sapere che la storia raccontata è una storia vera.
Il libro è completato dai semplici e suggestivi disegni a carbonicino in bianco e nero dell’illustratrice Hildegard Muller che ci rimandano immagini di Anton divertenti e morbide, quelle di un cane da accarezzare!
Consiglio il libro a tutti coloro che sono curiosi di esplorare il mondo canino, soprattutto a coloro che vi si avvicinano con diffidenza perché cambiano le prospettive con cui si guardano questi simpatici animali; lo consiglio ai bambini (dagli otto anni in avanti) sia lettori esperti che un po’ incespicanti perché la storia è scritta per periodi semplici e brevi ed è di facile comprensione.
Ada delle Galline Volanti
Al seguente link una anteprima del libro