Michaël Escoffier, per chi ama e/o lavora con la letteratura per l’infanzia, è oramai un nome noto. Per i piccoli lettori è di norma garanzia di gran divertimento e risate assicurate.
Per citare solo alcuni dei suoi titoli più belli: Che schifo le lumache, Un mammut nel frigorifero, Tutta colpa…della pupù!, Uffa! Ho perso i miei superpoteri, Buongiorno postino e Buongiorno dottore.
Si tratta sempre di storie comiche, spesso al limite del paradossale, che giocano con i fraintendimenti e le molteplici possibilità di interpretare una certa situazione. Spesso, dopo averle lette, rimane in noi quel dubbio lieve, che è quasi come un solletico per la nostra fantasia. Avremo capito proprio bene? Proprio tutto? O ci sarà sfuggito qualcosa? Il bello dei suoi libri, a mio parere, sta proprio lì! In quel suo modo di raccontare che ammicca furbetto a situazioni che non ci aspetteremmo di trovare e a soluzioni che escono dai nostri schemi (pensate solo al papà del finto draghetto di Che schifo le lumache che si tuffa dalla finestra per dimostrare al figlioletto che la loro è una famiglia di draghi e che sanno volare!).
Anche ne Il piccolo coniglio gentile è l’arguzia a farla da padrona, nonostante si tratti di una storia un po’ diversa da quelle a cui Escoffier ci aveva abituati sino ad ora.
Un coniglietto passeggia nel
bosco. La mano di Éléonore Thuillier ci dà quasi l’impressione che intorno a
lui alberi e animali siano fatti di tessuto decorato. Il coniglietto stesso
pare un pupazzo di morbida stoffa.
Mentre cammina, all’improvviso si imbatte in una grande e bellissima carota.
Non riuscendo a resistere, il coniglio le dà un morso ed è proprio allora che
si accorge che non si tratta davvero di una carota, bensì di una trappola tesa
dal lupo, che se ne sta nascosto dietro ad un albero e che a quel punto lo
cattura.
Forse a questo punto ci saremmo aspettati che il lupo facesse un sol boccone del coniglietto, invece la storia prende una piega diversa e molto più attuale. Il furbone porta il coniglio nella sua fabbrica, dove lo obbliga a lavorare, logicamente gratis. L’alternativa è finire in pentola.
Là, ci sono molti altri coniglietti, anche loro schiavi del lupo cattivo. Che cosa si costruisce in quella fabbrica? Naturalmente carote imbottite, quindi trappole per conigli!
Il povero coniglietto è dapprima preso dallo sconforto. Lavora tutto il giorno, non vede più la luce del sole, né il suo amato bosco, che ormai gli compare solo nei sogni.
Una notte, stanco e arrabbiato, convoca i suoi compagni conigli ed espone loro un piano per riconquistare la libertà. I suoi amici sono molto impauriti e credono di non poterlo aiutare. Il coniglietto, però, ha già pensato a tutto.
Il giorno seguente il lupo lo trova fermo immobile, seduto su uno scatolone. Il coniglietto non sembra minimamente intenzionato a mettersi al lavoro. Il lupo si arrabbia, lo minaccia. Non ottenendo alcuna risposta, si lancia verso di lui per morderlo…ma cade in un tranello simile a quello che aveva usato con i coniglietti. Quello che lui aveva visto seduto sullo scatolone e che aveva poi tentato di mordere è solo un pupazzo!
Da quel giorno i conigli continuano a lavorare, ma per loro stessi, costruendo trappole per lupi per aiutare tutti i loro fratelli.
In questa storia, molte cose non vanno come ci aspetteremmo! Dopo che coniglietto viene catturato, la sua sorte ci sembra addirittura più crudele del consueto finale in cui il lupo fa di lui una gradita merenda. Avreste mai pensato al lavoro, per giunta gratis, come alla conseguenza di uno sfortunato incontro nel bosco?
Con occhi di adulta, non posso fare a meno di trovarci un che di attuale!
Allo stesso modo, l’astuzia, il coraggio e l’ingegno non sono solitamente le caratteristiche che attribuiremmo a un coniglio, soprattutto quando il suo aspetto è così gentile, indifeso…e morbido!
Invece ancora una volta Escoffier sconvolge i nostri schemi mentali. I buoni trionfano, come è giusto che sia, ma la loro vera conquista è essersi scoperti più forti e abili di quel che avrebbero mai pensato, capaci di aiutarsi e difendersi; il tutto, senza rinnegare la loro indole gentile, di coniglietti.
Buona lettura
Il piccolo coniglio gentile [Michaël Escoffier, Pane e Sale, 2018. Illustrazioni di Éléonore Thuillier]