C’è un diritto, non scritto, al quale tutte le mamme dovrebbero appellarsi, sempre, senza riserve, senza paura:
È il diritto di essere stanche!
Tanti diritti delle mamme non sono riconosciuti, non sono scritti, sono scontati e non considerati tali, ma questo ha un posto d’onore!
Una mamma non ti dirà mai che è stanca, anche se vorrebbe solo dormire per 24 ore, e non basterebbero.
Una mamma non ti dirà mai no se le chiedi aiuto, anche se le fanno male tutte le parti del corpo dalla stanchezza.
Una mamma non incrocerà mai lo sguardo dei suoi figli senza un sorriso, anche se avrebbe solo voglia di lasciarsi andare in un pianto liberatorio.
Non so se questo è il momento migliore per scrivere questo post, perché sono davvero stanca, però sento il bisogno di farlo, anche se gli occhi mi bruciano e si chiudono da soli.
Nell’ultimo periodo ho dormito poco, ho corso tanto, ho arrancato e mai mollato, ho cercato di essere sempre sul pezzo, di non cedere, di non essere diversa da sempre, non ci sono riuscita, non fino in fondo.
Nell’ultima settimana, in particolare:
Ho preparato bagagli per 6 persone.
Ho organizzato, inscatolato, e spedito, quello che mi serviva al mare con i bambini e che non può essere portato in macchina (Praticamente tutte le attrezzature per Benedetta)
Ho ribaltato casa.
Ho rinnovato documenti e programmato vaccinazioni.
Ho lavorato. Sì lavoro anche io.
Ho fatto partire un adolescente per la vacanza studio. Che non vuol dire solo salutarlo e metterlo su un aereo.
Far partire un adolescente vuol dire: assecondare la sua eccitazione pre partenza mantenendo la calma.
Vuol dire comprargli quello che gli manca e anche quello che non gli manca ma che lui vuole perché è un adolescente e non si accontenta più di quello che ha. Non è diseducativo, è sopravvivenza!
Vuol dire preparare tutti i documenti in questura che ovviamente non puoi fare mesi prima, ma solo pochi giorni prima, non so perché, funziona così, io mi adeguo, ma questo vuol dire che se ti fa bene perdi solo qualche ora, se ti va male o come sempre, ci perdi una giornata.
Vuol dire fare la valigia!!! Fare la valigia con un adolescente e per un adolescente è un lavoro vero e proprio, fidatevi sulla parola.
Ovviamente in tutto questo ho fatto tutte le cose che fanno le mamme ogni santo giorno. Milioni di cose che non vi scrivo, perché le conoscete bene, perché non voglio lamentarmi, giuro non voglio lamentarmi, non è da me.
Io faccio, punto. Non mi sono mai risparmiata in niente e non voglio risparmiarmi adesso solo per farmi compatire, no!
In questo momento, esattamente adesso mentre scrivo, sono seduta su un aereo direzione Sardegna per iniziare le vacanze, che voi sapete essere lunghe.
Sono fortunata, fortunatissima lo so.
Io però questo volo avrei dovuto prenderlo stamattina alle 10.20 e non adesso, alle 16.
Stamattina però non ho potuto prenderlo perché mi sono dimenticata di fare la carta d’identità a Benedetta.
Si, mi sono dimenticata, avete letto bene!
Io mi sono dimenticata, continuo a ripetermelo perché non riesco a capacitarmi di questa cosa.
Non riesco a accettare che io mi sia dimenticata una cosa così importante per mia figlia.
Com’è possibile che sia successo a me?
A tutto, ho pensato a tutto, ma non alla carta d’identità di Benedetta
Più lo scrivo e meno me ne capacito, ma è successo e non posso farci niente. Ho risolto tutto, sono partita. L’importante è aver risolto, lo so, alla fine non è successo niente di irrimediabile, è successo a tante altre persone, ma questo non mi consola, son fatta così.
Mentre racconto a voi tutto questo, per sfogarmi, per condividere, per sentirmi dire che è tutto ok, penso a quello che mi hanno detto due amiche a un mese dalla nascita di Benedetta:
hai il diritto di essere stanca!
Ecco, forse loro hanno ragione, anche le mamme hanno il diritto di essere stanche!
Forse mi sarebbe successo lo stesso, forse no, ma sono sicura che se fossi stata meno stanca, se mi fossi presa i giusti tempi, adesso non sarei qui a scrivere questo post con gli occhi lucidi perché mi sento in colpa!