Viva la pappa finché tuo figlio mangia, ma quando si rifiuta di assaggiare qualsiasi cosa non c’è molto da festeggiare.
Ho sempre vissuto la fase dello svezzamento come un passaggio importantissimo nella crescita dei miei figli e mi sono sempre impegnata al massimo affinché procedesse senza intoppi, ma i bambini non sono tutti uguali e qualche problemino ogni tanto si è verificato.
Nonostante il mio atteggiamento sia stato lo stesso con tutti e quattro, le loro reazioni allo svezzamento e alle novità alimentari, sono state diverse.
Tutto sommato positive, perché non ho avuto grossi problemi.
Una cosa ha accomunato i quattro svezzamenti: i tempi e il mio esempio.
Ho iniziato lo svezzamento tardi rispetto ai mesi consigliati dai pediatri perché i miei figli non erano pronti (o forse non lo ero io).
Ne ho parlato con il mio pediatra e in accordo con lui ho aspettato che fossero pronti ad accettare cibi semi solidi, continuando però a proporglieli quotidianamente e a essere un esempio positivo di alimentazione varia.
All’inizio non volevano neanche assaggiare qualcosa che non fosse latte, poi pian piano e con tanta pazienza hanno iniziato a mangiare tutti i cibi adatti alla loro età, apprezzando in maniera particolare frutta e verdura.
Ho cercato di incuriosirli facendo da esempio e ha funzionato perché volevano assaggiare quello che mangiavo io. Anche adesso, che i primi tre sono grandini, se mi vedono mangiare qualcosa che non conoscono, mi chiedono di poter assaggiare.
Hanno un atteggiamento positivo e curioso nei confronti della ricchezza del patrimonio alimentare, compresa la più piccola.
Benedetta, che è quella con cui ho avuto più problemi, adesso, che ha più di un anno, è molto curiosa e a tavola vuole imitare i fratelli grandi, cercando di mangiare quello che mangiano loro e usando le posate.
Sono sicura che arriverà anche per lei la fase dei “no”, quella fase in cui perderà la curiosità nei confronti del cibo e vorrà mangiare solo e sempre le stesse cose senza assaggiare niente di nuovo.
Come spiegano gli esperiti di Nutripedia, questo è un comportamento innato che si sviluppa principalmente in quasi tutti i bambini a partire dai due anni ed è definito neofobia.
Quando il bambino comincia a definire la sua identità soprattutto in modo oppositivo, dicendo “no”.
Quello che il più delle volte noi genitori interpretiamo come un capriccio è in realtà una fase di crescita del tutto normale: il bambino comincia a essere consapevole di se stesso e costruisce la sua identità affermando la sua presenza nel mondo anche attraverso l’opposizione a mangiare determinati cibi e volendo decidere in autonomia di cosa nutrirsi.
Compito fondamentale, e spesso difficile, di noi genitori è educare a un corretto stile di vita e a un’alimentazione equilibrata sin dalle primissime epoche della vita.
Nella
mia ultima esperienza di svezzamento mi ha aiutata molto, la lettura di due articoli che ho trovato su
Nutripedia:
– Le regole d’oro dello svezzamento
Le mie carte vincenti per un corretto comportamento alimentare dei miei figli sono state:
1-Esempio. Sono stata un esempio positivo. Ho da sempre un’alimentazione varia e sana che propongo a tutta la famiglia.
2-Proposte. Propongo ai miei figli alimenti sempre nuovi affinché provino tutti i sapori e poi scelgano quali preferiscono. Non ho mai accettato un “no” senza un assaggio. Ho sempre accettato che non gradissero qualcosa dopo averla assaggiata. Però non ho mai imposto loro un alimento. Ho aspettato che lo volessero assaggiare. Ho sempre pensato che obbligarli a mangiare qualcosa fosse il modo giusto per fargliela odiare.
3-Coinvolgimento. Nella fase dello svezzamento li coinvolgevo con il gioco. Adesso coinvolgo i miei figli durante la spesa, nella scelta dei prodotti da comprare e li coinvolgo in cucina, in modo che sappiano cosa mangiano. Li coinvolgo anche nel menù, così a turno, ognuno mangia il suo piatto preferito.
4- Informazione corretta. Non ho mai fatto di testa mia, mi sono sempre consultata con il mio pediatra prima di prendere qualsiasi decisione durante la fase dello svezzamento e dopo.