Dove nascono le nuvole
testo di Fabio Di Cocco, illustrazioni di Giulio Castagnaro, Armando Curcio Editore.
Di libri per bambini con protagonisti i papà iniziano ad essercene diversi.
Il libro di cui parlo oggi, “Dove nascono le nuvole”, mi ha colpito per la sua originalità e poeticità.
“Dove nascono le nuvole”, racconta della relazione tra un papà e la figlia, e dell’amicizia tra la bimba e una nuvola.
Il papà di “Dove nascono le nuvole” non è un papà orso o un papà coniglio, è un papà in carne e ossa, umano. Non è un papà di cui si vuol mettere in luce la forza e il senso di protezione verso la figlia.
E’ un papà normale, con barba e baffi e occhiali (proprio come mio marito, infatti confesso di avere acquistato questo libro senza nemmeno averlo letto, mi è bastato guardare l’illustrazione del papà!).
E’ un papà che guida la macchina e viaggia, tutta la storia si svolge dentro l’automobile.
E sul seggiolino posteriore c’è sua figlia, Ludovica, dai folti capelli rossi, la sciarpa rosa al collo, perché fa freddo, tanto freddo.
Ludovica guarda il paesaggio attraverso il finestrino e potrebbe scegliere di starsene in silenzio, assorta nei suoi pensieri. E invece, chiacchiera con il papà, ponendo interrogativi intensi, di quelli tipici dei 5/6 anni, solo in apparenza pragmatici (di cosa sono fatte le nuvole?), ma che sottendono a domande ben più profonde ed esistenziali.
È un papà che ama fantasticare. Fantastica assieme alla figlia, e in questo modo conferisce valore a ciò che lei racconta, a come lei vede la realtà.
“Che cos’è il vento, papà?”
“Il vento è lo starnuto delle nuvole!”
È lui, adulto, che si “abbassa” al livello della bimba, usa il suo stesso registro narrativo, costruisce una storia assieme a lei. Non cerca di condurre il discorso al suo registro interpretativo della realtà. Si affaccia ed entra nel mondo della figlia, tornando in questo modo anch’egli un po’ bambino.
“Il papà sorise, poi rimase in silenzio. Forse anche lui aveva voglia di fare solletico alla nuvola”.
È un papà complice, che abbassa il finestrino in pieno inverno per permettere a Ludovica di toccare una nuvola e farle il solletico. Non ha paura che si prenda il raffreddore! Non si stanca nemmeno di fronte alle numerose domande della figlioletta. Perché, come sa ogni genitore, il ragionamento tipico dei bambini non prevede risposte a senso unico e non si esaurisce in singole risposte, ma si ramifica e ramifica e ramifica, mettendo continuamente in discussione quanto affermato, introducendo variabili che aprono a nuove infinite domande (per cui: le nuvole sono fatte di goccioline e sono come una coperta e così scaldano le case, ma… se le nuvole sono fatte di goccioline, poi finiscono per bagnare le case anziché riscaldarle!).
Il papà pazientemente, sorridendo, partecipa ai pensieri a zig zag di Ludovica, la asseconda e da lei si lascia trasportare. E’ un papà presente, avvolgente. Finchè, stanca e serena, Ludovica si rannicchia sul seggiolino e si addormenta.
“Papà, ma dove nascono le nuvole?”.
Il papà sorrise e le confidò: “Nascono dai pensieri di tutti i bambini che sanno giocare con la propria fantasia e sanno ancora sognare. Le nuvole custodiscono i sogni di ogni bambino del mondo”.
“Allora, papà non svegliarmi”, disse Ludovica.
“Adesso devo regalare alla nuvola tutti i miei sogni”.
La bambina si addormentò. Un lieve sorriso si adagiò sulle sue piccole labbra.
La lettura di questo libro è molto agevole, non solo perché scritto in stampato maiuscolo, adatto anche alle prime letture, ma soprattutto perché la narrazione si articola in un dialogo tra papà e figlia. Un dialogo costruito su frasi semplici e ben equilibrate. Il font si differenza nel colore a seconda che la voce sia del padre (azzurro), della figlia (rosso), o del narratore (nero).
Le pause descrittive, brevi e significative, creano un bel ritmo alternato con i dialoghi, e danno il tempo alla bimba, e al lettore, di osservare il paesaggio che scorre fuori dal finestrino. E di pensare e meditare. Ci sono poi dialoghi di infinita dolcezza, ad esempio quando Ludovica chiede al papà di domandare alla luna se possono scambiarsi il cuscino, quella notte. L’insieme del testo e del suo contenuto risulta estremamente poetico. A prima vista le illustrazioni potrebbero trarre in inganno e risultare stridenti con il testo poetico, in quanto sono di forte impatto grafico, con tratti geometrici decisi e ben delineati, e una gamma di colori limitata e priva di sfumature (i colori dominanti sono l’azzurro, il verde, il rosso e il marrone). Il risultato è qualcosa di piuttosto essenziale. Eppure, dialogano in perfetta sintonia con il testo rispecchiandone e ampliandone la poesia. Perché la poesia, alla fine, è essenziale.