Capretti Caproni
[Olalla Gonzalez, Kalandraka, 2014. Illustrazioni di Federico Fernandez.
Età di lettura: dai 3 anni]
Tre capretti caproni vivono tutti insieme su di una montagna. Sono simili, ma a differenziarli sono innanzitutto le dimensioni: uno è piccolo, l’altro è medio, l’ultimo è decisamente grande e grosso.
Con il passare del tempo la montagna comincia ad andargli stretta, così la abbandonano per cercare un nuovo posto che li possa ospitare, sfamare e rendere felici.
Ecco che, finalmente, adocchiano un praticello di erba verde e soffice proprio al di là di un ponticello. Quel ponte però bisogna oltrepassarlo e questo non sembra un affare per niente semplice, dato che a sorvegliarlo c’è un orco brutto e peloso, con un nasone e delle manone enormi e due occhi da vero matto.
I tre non si danno per vinti e decidono di tentare la sorte. Parte per primo il capretto caprone più piccino, ma, quando ormai è arrivato al ponte, il terribile orco sente il “patin patin patin” dei suoi zoccoletti e balza fuori di colpo per mangiarselo.
Il capretto, per nulla intimorito, si presenta e invita quel bruttone ad aspettare l’arrivo del prossimo caprone, più grande e più grasso di lui.
L’orco sembra convincersi e si mette dunque in attesa, mentre il capretto attraversa incolume il ponte. Ben presto avverte il “patan, patan, patan” del caprone mezzano, salta fuori e fa per avventarglisi contro. Questo però lo ferma e, facendo leva sulla sua smodata gola, gli dice di aspettare il capretto caprone grande, che gli garantirà di fare non un semplice spuntino, bensì un lauto pasto. L’orco, di nuovo, accetta di far passare il caprone, che se ne va indisturbato.
Arriva quindi il turno del capretto caprone grande, che ha una barba grande, corna grandi e zoccoli spessi che fanno un sonoro “paton, paton, paton”. Nemmeno in questo caso però l’orco riesce a realizzare il suo intento. Nel vederlo il caprone, che è davvero grosso e arrabbiato, lo carica con tutte le sue forze e con una cornata lo fa volare via lontano.
Finalmente il pericolo è passato e il caprone più grande, sorridente e beato, raggiunge i suoi amici in quel verde e appetitoso praticello dove, mangia oggi, mangia domani, i tre diventano tre capretti caproni enormi.
Leggendo questo albo mi è subito venuta in mente la storia dei tre porcellini. Non per niente quella dei capretti caproni, come quella dei tre porcellini, è una storia che ha le sue origini in tempi lontani.
Olalla Gonzalez, autrice sensibile e attenta nel recupero della tradizione orale, ha ridato vita a questo bel racconto che arriva dall’Inghilterra. Federico Fernandez, dal canto suo, lo ha corredato con illustrazioni limpide e lineari e un’ambientazione che sembra uscire dai sogni di un bambino.
Ai bambini questa storia parla di coraggio, di audacia, di astuzia e fiducia reciproca. Ciascuno confida senza remora alcuna negli altri: così il più piccolo sa di potersi salvare grazie al medio ed entrambi credono che il grande li aiuterà a scampare il pericolo.
Per questo mi piace, perché ci mostra come sia bello avere cura degli altri e che grande (e raro) privilegio sia potersi mettere nelle mani di qualcuno senza temere. Nelle mani di un amico.
Buona lettura,