Buongiorno!
In realtà è domenica notte e io sto scrivendo dal mio letto dopo un lungo bagno bollente, non succedeva da tanto. Sono a casa da sola con i bambini, il Puni è in trasferta per lavoro. Mentre facevo il bagno guardavo fuori dalla porta, guardavo esattamente lo stesso punto che guardai la prima volta che feci il bagno in quella vasca. Anche quel giorno ero da sola, sola davvero, i bambini non erano neanche nei miei pensieri. Fissavo un angolo di cabina armadio che si intravedeva dalla porta aperta, vuoto. Oggi quell’angolo è pieno. Tutta la casa è piena. Da quel bagno ne son cambiate di cose. Eh già!
Questo week end non è iniziato benissimo. Giovedì ero mamma single di tre, convinta! Venerdì lo ero già un po’ meno, adesso non lo sono più per fortuna. Comunque c’è da lavorare è ovvio. Non posso scrivere certi messaggi alle ragazze e poi tornare sui miei passi, perdo di credibilità! (son scema, mentre scrivo rido da sola delle mie cavolate!!!).
Inizio burrascoso a parte, è stato un week end speciale, diverso, retrò. Son stata tre giorni dai miei genitori con i bambini e ho rivissuto situazioni che non vivevo a tanto. Perché la vita cambia, perché si cresce. Però certe cose non cambiano mai e in questo week end ne ho avuto la conferma.
Da quando son nata, e anche prima, il 17 gennaio, mio papà ha sempre acceso il falò di Sant’Antonio. Anche questo 17 gennaio abbiamo festeggiato nello stesso identico modo che si ripete da oltre trent’anni. Dopo cena, parenti e amici radunati in un campo scaldati dal calore del fuoco, illuminati dalle fiamme, a cantare la tradizionale canzone, bere vin brulè e mangiare “chiacchiere” e frittelle. A onor del vero quest’anno il rito si è svolto in casa perché fuori pioveva forte ma il falò, a dispetto della pioggia, si è acceso e ha continuato a bruciare fino al mattino, con grande soddisfazione e orgoglio di nonno Paolo. C’era anche Rita, ve ne ho parlato qui, è stato bello rivederla.
Sabato mi sono divertita tantissimo.
Nel pomeriggio sono uscita con la mia migliore amica e la mia cognatina a far shopping. Abbiamo passato tutto il pomeriggio a girare tra mille negoziati senza comprar nulla ma parlando, parlando e ancora parlando di tutto e tutti. Si, sano pettegolezzo tra donne che mi mancava tanto. Ho avuto la riconferma che spettegolare fa bene. Il pettegolezzo che non fa male a nessuno, che non va oltre le persone presenti, quello che ti fa ridere fino alle lacrime, quello che ti tira su il morale sempre, la medicina giusta nei momenti no. Da rifare! Poi rivedere la mia amica è sempre bellissimo, rivederla così ancora di più. Lei c’è sempre anche se non la vedo spesso e la chiamo ancora meno. E’ lì, non serve altro tra noi. Noi ci siamo e ci saremo, l’una per l’altra, per tutta la vita e un rapporto così non ha bisogno di molte conferme.
Ovviamente nell’ultima mezz’ora siamo riuscite a spendere e anche questa è stata una riconferma. (Puni pensiero : Non servivano conferme!!!)
La sera sono andata a casa di una delle mie più care amiche per un aperi-cena per festeggiare il suo compleanno. Mi son sentita catapultata ai tempi del liceo. C’erano compagni del liceo che non vedevo da anni ma è stato come se il tempo non fosse passato. Abbiamo parlato fino a notte fonda. Avrei voluto ci fosse stato anche il Puni con me. Avrei voluto fargli conoscere questa parte di me che lui non ha mai conosciuto.
Son tornata tardi, non succedeva da molto tempo. Mi son rivista ragazzina alle prime uscite quando tornavo tardissimo e aprivo la porta pianissimo per non farmi beccare dai miei e salivo le scale a piedi nudi per non far rumore. Puntualmente mio papà tossiva quando entravo in camera. Anche sabato ha tossito.
(I liceali! Questa foto in ascensore non poteva mancare)
I miei cuccioli per riportarmi all’ordine mi hanno svegliato alle 7 senza sconti o possibilità di replica, me l’avevano già concessa troppo il giorno prima.
( Noi dalla nonna dormiamo tutti insieme appassionatamente. Quando crollano, due li piazzo nei rispettivi letti, con inevitabili e consuete “caragnate” mattutine ma almeno riposo qualche ora!)
Mentre scrivo mi ricordo anche uno dei motivi per cui avevo deciso di vivere da sola. Io più di 48 ore a stretto contatto con mio papà, senza litigare, non ci so stare. Non che avessi bisogno di una conferma ma c’è stata comunque perché certe abitudini non cambiano mai.
Questi son stati giorni di ricordi, di flash back, a tratti di malinconia, di conferme e di certezze. Giorni che resteranno nel cuore.
Mentre tornavo a casa ho anche scritto quel messaggio che aspettava da tanto di essere scritto a quella persona che aspettava da tanto di riceverlo.
Non ho ricevuto risposta, non me l’aspettavo, ma so che l’ha letto e capito. Al momento giusto sarà lei a farsi viva, perché certe cose non cambiano mai!