Giovedì scorso sono stata invitata ad una conferenza stampa organizzata da Federchimica e Assolute sul tema “AUTOMEDICAZIONEE BAMBINI. I consigli per aiutare le mamme a gestire i lievi disturbi dei più piccoli”.
E’ stato uno degli incontro più interessanti ai quali ho partecipato da quando faccio la blogger. Ho avuto modo di confrontarmi con altre mamme e professionisti di altissimo livello, che fanno il loro lavoro davvero con passione.
Inizio subito condividendo con voi alcune affermazioni del Dottor Giampiero Chiamenti (Presidente FIMP) che mi hanno colpito particolarmente e che condivido appieno. Oltretutto il mio fantastico pediatra della mutua, e sottolineo della mutua, è un suo discepolo… adesso mi spiego tante cose!
Tutti dovrebbero seguire le linee guida di FIMP, segnalate i casi di mal servizio!
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Organizzazione del lavoro pediatrico è fondamentale per rispondere alle esigenze degli utenti. I pediatri dovrebbero lavorare in associazione. Studi associati.
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Importante controllare le alterazioni dello standard dei propri figli. Quelle vanno segnalate non un raffreddore!!!
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Non c’è possibilità di difesa da alcune malattie. Capitano, inutile fare mille controlli prima per niente! (ovviamente parla di malattie che non si possono prevedere).
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Era più facile fare il pediatra nel 1980 perché le mamme sono cambiate (e non vuol dire che siano migliore di quelle della generazione precedente, aggiungo io!).
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Dopo i 6 anni i bambini smettono di ammalarsi, non è magia!
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Il pediatra deve dialogare con i genitori.
Vorrei conoscere il vostro parere in merito a queste osservazioni e soprattutto sapere se siete soddisfatte del vostro pediatria.
Con la Dottoressa Adima Lamborghini, membro del centro studi FIMP, abbiamo commentato i dati di un’indagine condotta da FIMP, “Questionario sui comportamenti e le attitudini dei genitori riguardo la somministrazione di farmaci nei bambini”. Riporto sotto alcuni dei dati emersi su un campione di 1215 genitori intervistati:
PROBLEMATICHE EMERSE:
Voi vi ritrovate in questa indagine? Io per alcuni dati si, senza dubbio, per altri resto un po’ sconcertata perché alcune cose mi sembrano l’a b c. Non siamo tutti uguali.
Per disturbi lievi o passeggeri, che conosciamo bene, possiamo affrontarli senza l’intervento del medico e, se necessario, con il consiglio del farmacista. In questi casi si può ricorrere all’automedicazione, che ci viene in aiuto con farmaci chiamati appunto “di automedicazione” o OTC (dall’inglese Over The Counter). Sono quei farmaci vendibili senza ricetta medica perché, nel loro impiego diffuso e di lungo corso, si sono dimostrati sicuri, efficaci ed hanno ricevuto un’apposita autorizzazione da parte dell’Autorità Sanitaria. Vendibili anche in esercizi diversi dalla farmacia – parafarmacie e corner della GDO – ma sempre alla presenza di un farmacista, non sono rimborsabili e possono fare direttamente pubblicità al cittadino.
Farmaci di automedicazione
l’unica ricetta è l’attenzione
Ecco le 8 regole che tanto aspettate per un corretto uso dei farmaci di automedicazione:
- L’impiego dei farmaci di automedicazione è indicato per il trattamento di disturbi lievi per un periodo limitato di tempo (3/5 giorni). Se i sintomi persistono o ne compaiono di nuovi è necessario consultare il pediatra.
- È importante saper distinguere le diverse categorie di farmaci: è senza obbligo di ricetta (di automedicazione) un farmaco che ha sulla confezione il “bollino rosso” sorridente.
- L’impiego di farmaci con obbligo di ricetta non deve avvenire MAI senza il consulto del pediatra, anche se il bambino ha già assunto lo stesso farmaco in passato.
- Leggere e seguire SEMPRE le istruzioni del foglietto illustrativo.
- Valutare insieme al pediatra posologia, dosaggio, eventuali allergie o assunzioni concomitanti di altri farmaci.
- Tenere le confezioni dei farmaci fuori dalla vista e dalla portata dei bambini.
- È fondamentale conservare le confezioni conformemente alle istruzioni d’uso e controllarne la data di scadenza.
- Non bisogna fidarsi del passaparola ma solo del consiglio di chi il farmaco lo prescrive (pediatra) o lo dispensa (farmacista).
Ragazze io ho finito, spero di esservi stata utile e soprattutto che questi dati vi abbiano fatto riflettere sulla vostra quotidianità. Che rapporto avete con i farmaci da banco? In modo li usate? Siete in target con i genitori intervistati? Il vostro pediatra è presente? Assente? Raccontatemi la vostra esperienza sono davvero curiosa di conoscerla.
Io ho un pediatra fantastico… sono una mosca bianca?