Alimentazione nel bambino da uno a tre anni. Parola al Pediatra
#ricominciodalpediatra
A partire dal secondo anno di vita la dieta si arricchisce di nuovi alimenti e metodi di cottura, offrendo in tal modo alla mamma la possibilità di variare e rendere gustosi i pasti seguendo anche le tendenze del bambino. Occorre ricordare che la crescita ora procede con un ritmo molto più lento e che l’appetito del bambino può ridursi, variando spesso a seconda dei giorni e provocando qualche volta apprensione nelle madri. Inutile forzare il piccolo a mangiare contro la sua volontà perché spesso si rischia di rendere ancora più ostinati i suoi rifiuti. È importante che il piccolo si abitui progressivamente a mangiare da solo, in modo da raggiungere una maggiore autonomia e da sviluppare le proprie capacità manuali ricordando però che, non avendo ancora una buona coordinazione dei movimenti, è normale che il bimbo sparga il cibo tutt’intorno e si “sbrodoli” facilmente.
La dieta
Iniziare con una buona colazione. In questo periodo dovrebbe prevedere una prima colazione composta da una tazza di latte, meglio se senza zucchero, con l’aggiunta di 3-4 biscotti per l’infanzia o di alcuni cucchiai di cereali (corn flakes o fiocchi di mais), eventualmente arricchito con un po’ di orzo solubile. In alternativa si può scegliere un latte di crescita che, essendo integrato con ferro, acidi grassi essenziali e vitamine, può maggiormente adeguarsi alle esigenze nutrizionali del bambino tra uno e tre anni di vita rispetto al latte vaccino.
A pranzo e a cena
I due pasti principali della giornata, il pranzo e la cena, dovrebbero proporre, come primi piatti, pastina o riso o tortellini, asciutti (al pomodoro o al burro e parmigiano) o in brodo vegetale o di carne. Il secondo piatto dovrebbe contemplare carne (almeno 3-4 volte alla settimana, all’inizio preferendo omogeneizzati con pezzettini, per meglio abituare il piccolo a masticare), pesce (2-3 volte ricordando che, per evitare il rischio di lasciare qualche lisca, si possono usare gli omogeneizzati di pesce a base di merluzzo, orata, salmone o trota), formaggi, meglio se magri (un paio di volte), uova (anche due volte alla settimana). Una-due volte si possono offrire salumi magri (come prosciutto cotto, crudo e bresaola) e 3-4 volte i legumi (fagioli, lenticchie, piselli) che, con il loro contenuto di proteine, si abbinano benissimo con i carboidrati presenti nella pasta e nel riso, e possono costituire un piatto unico completo dal punto di vista nutrizionale (ad esempio pasta e fagioli o riso con i piselli). I legumi possono anche essere cucinati sotto forma di purè (ad esempio di fagiolini o di piselli o di zucchine) o di creme, utilizzando allora come base omogeneizzati contenenti verdure e legumi.
Importante la verdura e la frutta. Sia a pranzo che a cena andrebbero somministrate le verdure, cotte e preparate a purea oppure a pezzettini o schiacciate. È noto che le verdure vengono spesso rifiutate dai bambini: allora è consigliabile offrire i tipi più dolci (come le carote e le patate) oppure impiegarle per preparare sughi o tortine, magari ricorrendo alle verdure sotto forma di omogeneizzato. Importante è l’assunzione, almeno due volte al giorno, di frutta, che è possibile somministrare, a seconda delle preferenze del bambino, fresca a pezzetti o sotto forma di spremuta o di frullato, proponendola a colazione, merenda oppure alla fine del pranzo o della cena.
La merenda
Infine a merenda è consigliabile offrire ancora latte o yogurt (al naturale o con frutta) o biscotti per l’infanzia o, come detto sopra, frutta (anche sotto forma di succhi) o merende e dessert appositamente studiati dall’industria per le esigenze energetiche di questa età.