L’alfabeto dei sentimenti, di Janna Cairoli e Sonia M.L. Possentini, Ed. Fatatrac, 2013
Oggi racconto di un libro per bambini che ha il potere di sfatare almeno due pensieri spesso radicati nelle teste di noi genitori e adulti. Convinzioni raramente verbalizzate, più spesso latenti e sfocate. Questo è stato per me, almeno. Il primo pensiero è che il binomio bambini e poesia sia poco felice. La poesia è troppo aulica, lirica, per questo inaccessibile. I bambini non la possono comprendere e apprezzare. Il secondo pensiero è che certe emozioni e sentimenti non siano propri del mondo infantile. Davvero i piccoli provano odio, nostalgia, vigliaccheria, quiete? Proprio come noi adulti? Ebbene sì, non con le stesse modalità di espressione e verbalizzazione, ma fin da piccolissimi coltivano tutto ciò, piano piano.
“L’alfabeto dei sentimenti” è un libro edito da Fatatrac, scritto magistralmente da Janna Carioli e illustrato in modo superbo da Sonia M.L. Possentini. Il formato è rettangolare e si sfoglia verticalmente; ogni pagina ospita una lettera dell’alfabeto a cui corrisponde un sentimento espresso in forma di poesia, avvolto da illustrazioni eteree e sfocate, realistiche e surreali, secondo lo stile tipico della Possentini.
Ebbene, parole e immagini, qui, parlano la lingua dei bambini, hanno il potere di svelare attraverso uno snocciolare fluido di lettere il loro mondo interiore fatto di impalpabili emozioni associate a cose concrete. Qui la complessità, come il sentimento di odio, diventa semplice, naturale, bambino.
ODIO
Odio le felpe senza cappuccio.
Odio chi mi scarabocchia l’ astuccio.
Odio i bottoni nelle magliette.
Odio le maniche troppo strette.
Odio le scarpe con i lacci uguali.
Odio che devo portare gli occhiali.
Odio gli zaini senza le scritte.
Odio i disegni con le righe dritte.
Odio il pesce senza patate
…e le zanzare in estate!
Io, ad esempio, ricordo che odiavo, ma letteralmente odiavo, le mutande di lana che mia madre mi costringeva a mettere in inverno. O le calze velate. E non era un sentimento passeggero, lieve, innocente, era proprio odio!
Poi c’è la rabbia, che provoca brutti pensieri rivolti verso gli altri, che ci fa pensare le peggior cose.
RABBIA
Ti cascasse il moccico dal naso
sull’ultimo cucchiaio di gelato
è proprio mente stai per fare un salto
inciampassi come un merlo sopra il prato!
Ti andasse di traverso la merenda!
Perdessi l’album delle figurine!
Ti si rompesse anche il videogioco
quando sei a un livello dal fine!
E mentre ti succede tutto quanto
me ne starò lì impalato e sai perché?
Per tutti i dispetti che mi hai fatto
io sono arrabbiatissimo con te!
Ogni pagina di questo libro sarebbe un manifesto da appendere in casa.
Trovo che L’alfabeto dei sentimenti sia profondo e potente, in grado di far risuonare corde e assonanze in bambini di diverse età (alcune poesie sono più vicine a bimbi appena scolarizzati, altre più adatte a bimbi anche di 9-10 anni), ma anche nei genitori che forse vorrebbero offrire letture un po’ diverse e originali ma tentennano di fronte a testi poetici. Proporre una varietà di letture è sempre cosa buona, offre stimoli diversi che, non sappiamo mai dove potranno portare le giovani menti. Forse questa non rappresenterà per alcuni bambini la lettura della buonanotte preferita, forse in altri bambini, invece, alcune poesie risuoneranno nel tempo. E magari, quando e se capiterà che il cane di famiglia passerà a miglior vita, riconosceranno che quella cosa che provano forte nel cuore si chiama Dolore, o se una sera sentiranno il cuore stranamente leggero, ecco tornerà loro a mente la Quiete.
QUIETE
Mi sento quieto come fa le fusa un gatto
come una sera, con il compito già fatto
come una foglia che galleggia senza fretta
come una lenta pedalata in bicicletta.
Mi sento quieto come un giorno in vacanza
come la luna quando taglia in due la stanza
come sul mare guardando l’orizzonte
con i gabbiani che mi ridono di fronte.
Vi racconterei di tutte le poesie di questo libro, della Libertà, quando l’acqua mi accoglie e nuoto come non ho mai nuotato, o della Paura, che è bella se sai che è solo un gioco, della Memoria, per non dimenticare che il tempo è sempre e non è solo adesso, e che dire del Batticuore, dell’Amore, o dell’Identità, perché se sei lombrico e non vuoi avere rivali non ti puoi spacciare per un cobra con gli occhiali?
Ma rovinerei tutta la magia.
In conclusione, qualcuno forse si chiederà incuriosito: e la lettera Z, che è sempre la più sfortunata? Ebbene, Z come Zitto, perché un sentimento se non lo sai dire a chi ti vive accanto quel sentimento vive per te. Per te soltanto.
Silvia