La mia nuova casa
[Marta Altés, Edizioni EL, 2015. Età di lettura: dai 4 anni]
Ci sono tanti cambiamenti nella nostra vita: cambiamo città e lavoro, cambiamo abitudini e orari, cambiamo casa. Nei nostri mutamenti spesso non siamo soli, ma abbiamo una famiglia che ci segue e si adatta a noi e tra i suoi membri magari c’è anche un bambino.
I più piccoli, molto più degli adulti, sono sensibili di fronte a queste novità. In particolare i bambini percepiscono l’arrivo in una nuova casa, anche se più grande, più bella o centrale come un avvenimento non sempre positivo.
Molti ne soffrono, vivono con tristezza il distacco dai vecchi amici, anche se magari la distanza fisica non è molta. Mette loro ansia dover frequentare una nuova scuola, dover cambiare le abitudini consolidate che fino a quel momento hanno dato loro sicurezza e conforto.
La mia nuova casa ha per protagonista un piccolo procione, che racconta in prima persona del trasferimento in una nuova casa. Le illustrazioni ce lo mostrano seduto su uno scatolone, circondato dalle sue cose ancora imballate, sconsolato e triste.
“Nella vecchia casa si stava bene” dice, mentre la sua mente corre a giornate felici, ai vecchi compagni di scuola che lo aspettavano per fare assieme la strada in una giornata di primavera.
“Qui è tutto così nuovo. E non mi piace per niente.”
Questo cambiamento lo disorienta, lo spiazza. Le illustrazioni assumono toni più freddi. Anche le persone e gli altri bambini sembrano meno disponibili ad accoglierlo.
Lui si sente solo, ma il suo papà lo rassicura. Tutti abbiamo vissuto dei cambiamenti e spesso è la nostra stessa paura a frenarci. Ci sentiamo soli, ma al contempo tendiamo a stare sulle nostre, a non dare troppa confidenza.
Ci prende la nostalgia dei vecchi amici, dei vecchi giochi e non vediamo che dietro l’angolo c’è già chi aspetta di conoscerci e condividere con noi nuove avventure.
Eccoli lì, nascosti nella folta chioma dell’albero sotto cui se ne sta tutto solo il piccolo procione: nuovi amici curiosi di sapere tutto di lui.
Tutto ricomincia, la solitudine se ne va, il cucciolo si sente di nuovo a casa, forte, tranquillo, al sicuro.
E i vecchi amici? Come dimenticarsi di loro! Una lettera, di quelle vere, con il suo profumo di carta e di parole pensate e volute, saprà farli sentire più vicini.
Questo albo è uscito per la prima volta nel 2014 ed è stato tradotto in inglese, francese, spagnolo, catalano, oltre che in italiano nel 2015.
Maria Altés, autrice e illustratrice, mi piace molto. Mostra di conoscere i sentimenti dei bambini e i loro pensieri, dando loro forma in maniera semplice eppure così efficace.
Le parole certamente aiutano a comprendere a fondo il significato della storia, ma le immagini da sole basterebbero a descrivere il disagio, lo spaesamento e poi la gioia e la nuova serenità conquistata dal protagonista.
L’alternanza di colori caldi per i bei ricordi, e di colori freddi che invece caratterizzano i momenti di solitudine del piccolo procione, sono infatti una scelta davvero calzante.
Buona lettura,
Maria Salbego