La Principessa e il Drago
[Robert Munsch, Giralangolo, 2014. Illustrazioni di Michael Martchenko. Età di lettura: dai 4 anni]
In un regno lontano, in uno splendido castello, vive Elizabeth, principessa bellissima e innamoratissima del suo bel principe Ronald, che presto sposerà.
Tutto è perfetto e impeccabile, sembra quasi la storia di qualche diva da rotocalco dei giorni nostri. Invece, a quanto pare, Elizabeth vive immersa nella realtà. Di fiaba certo, ma sempre realtà.
Un drago venuto da chissà dove arriva di colpo a distruggere tutto: il castello, gli abiti di Elizabeth, l’intero regno.
Il malvagio bestione fa letteralmente terra bruciata. A differenza di quel che ci aspetteremmo però, non rapisce la bella principessa, bensì Ronald.
Lei, nuda e scombussolata, ma sana e salva, non si scompone più di tanto di fronte a questo strano cambio di programma rispetto alla millenaria tradizione, che ha visto timide e indifese principesse in trepidante attesa di essere liberate da un cavaliere forte e coraggioso mentre graziosamente calano una treccia o schiacciano un pisolino di qualche secolo.
Le sale un tantino di nervoso -questo sì- per i guai combinati dal drago e per aver perso tutti i propri vestiti. Così indossa un sacchettone di carta a mo’ di abitino e, gambe in spalla, si lancia all’inseguimento dell’assalitore per salvare il suo bel principe.
Pedinare un drago non è poi così complicato! Basta seguire le tracce di bruciato e i rimasugli dei suoi spuntini. Infatti poco dopo Elizabeth sta bussando alla porta della caverna dove il drago tiene Ronald prigioniero. Lui, in piena digestione, le apre affaticato e la invita a ripassare il giorno seguente per essere divorata.
Elizabeth, che è certamente un bel tipino, non desiste. Lo provoca, lo sfida a sputare fuoco, a bruciare foreste, a dimostrargli la sua maestria e velocità nel volo.
Il drago non resiste, dà sfoggio di sé e ritorna distrutto e senza fiato, cadendo in un sonno profondo da cui non sembra volersi svegliare tanto presto.
Via libera: ora Elizabeth può salvare il suo amore. Ronald però, brandendo una racchetta da tennis, dall’alto dei suoi bei riccioli e del suo impeccabile abbigliamento, si dimostra non un prode cavaliere, ma un principino bizzoso. Fa i capricci, ne critica il vestito improvvisato, i capelli in disordine, la pelle che puzza di bruciato. Insomma, si rifiuta di andare via con lei.
Qui in Elizabeth scatta qualcosa, nasce nel suo cervello una domanda: ha davvero bisogno di uno come lui per essere felice? Una principessa ha veramente bisogno di dipendere dal giudizio e dalla forza di un principe per badare a se stessa? La risposta è no.
“E fu così che quei due non si sposarono, dopo tutto.” E lei visse comunque felice e contenta, dopo tutto, o forse addirittura più felice di quanto avesse mai sperato.
“La Principessa e il Drago” appartiene a una collana speciale chiamata “Sottosopra”, una collana che stravolge i ruoli, i luoghi comuni, che invita i bambini a immaginarsi in qualunque modo desiderino, a seguire liberamente le proprie passioni e inclinazioni.
Dopo la lettura in classe di questo albo una coppia di genitori ha deciso di ritirare la propria bambina dalla scuola elementare che frequentava. Chissà cosa li ha spaventati. L’argomento è delicato, me ne rendo conto. O forse no, non me ne capacito affatto, ma ognuno di noi ha i suoi spauracchi e i suoi metodi educativi attraverso cui perseguire ciò che ritiene il meglio per i propri figli.
Io, personalmente, in quella principessa vedo solo una piccola donna forte, indipendente, felice, autonoma e orgogliosa. Nessun pericolo o minaccia. Tranne forse il drago, che però sconfigge egregiamente contando solo su se stessa.
Buona lettura!