Cosa faremo da grandi?
Prontuario di mestieri per bambine e bambini

[di Irene Biemmi, Settenove, 2015. Illustrazioni di Lorenzo Terranera. Età di lettura: dai 5 anni ]

cosa faremo da grandi

“Cosa farai da grande?”

Bella domanda! Ricorre e fiorisce di generazione in generazione sulla bocca di mamme e papà, nonni, zie e zii, parenti e amici dei parenti in visita per l’ora del the.

Quella che sembra un’innocente maniera per sondare i gusti e le inclinazioni del bambino che si ha di fronte nasconde in realtà implicazioni ben più profonde, che hanno a che fare con la parità di genere, la garanzia delle medesime opportunità per tutti, la libertà di scelta, il diritto di sognare e di perseguire i propri sogni.

Irene Biemmi e Lorenzo Terranera, assieme alla casa editrice Settenove e al Comitato Italiano per l’Unicef, si fanno portavoce delle speranze e delle fantasie dei bambini, che spesso (e per fortuna, oserei dire) introducono un po’ di sano trambusto nei nostri schemi già belli e pronti di persone adulte.

Questo albo ci mette alla prova, ci obbliga a chiederci se siamo davvero così liberi da quegli stereotipi e preconcetti che ci fanno mentalmente associare un determinato lavoro al genere maschile piuttosto che femminile e viceversa.

E se lei volesse diventare pilota o pompiere? E se lui sognasse un futuro nella danza classica o se si immaginasse maestro (lo so, si dice educatore, ma “maestro” per me ha tutto un altro gusto) in un asilo? Siamo pronti a sentire la risposta?

Troppo spesso accettiamo le cose per quelle che sono, “perché è così / si è sempre fatto così / è sempre stato così”. Ci dimentichiamo di sperare, di tentare, di sperimentare.

Ci dimentichiamo di quando eravamo bambini e – chissà! – magari desideravamo un futuro in cui avremmo svolto un lavoro più fantasioso o particolare, un lavoro che al tempo consideravamo bellissimo e che ora viene etichettato come umile o inadatto a noi, anche se magari dentro di noi lo rimpiangiamo ancora. Forse avremmo voluto vivere in una grande fattoria, o su una nave sempre in viaggio o sulla cima di una montagna perennemente innevata.

Mai tarpare le ali a un bambino, quando gli chiediamo cosa vuole essere da grande bisogna saper accettare la sua risposta e soprattutto non bisogna mai scoraggiarla o ingabbiarla nei nostri cliché.

“Cosa faremo da grandi?” è un vero e proprio elenco di possibili mestieri, declinati al maschile e al femminile: sono i sogni di Diego e Marta messi nero su bianco quando la loro maestra chiede loro di immaginare il proprio futuro, ognuno corredato da un disegno che ritrae i due bambini calati nell’occupazione e nella vita che stanno sognando.

cosa faremo da grandi

Marta si vede già attrice di film comici, capotreno di un treno ad alta velocità, direttrice d’orchestra, imbianchina, maestra di sci, giornalista sportiva, portiera di una squadra di calcio.

cosa faremo da grandi

Diego, dal canto suo, tra le altre cose si immagina scrittore di romanzi rosa, illustratore di libri per l’infanzia, chef per banchetti di nozze, ministro per l’ambiente, fotografo di moda, segretario in una biblioteca, vigile urbano.

cosa faremo da grandi

 

I progetti sono così tanti che quasi quasi il futuro appare loro come uno spazio troppo ristretto per contenerli tutti quanti. Diego però trova la soluzione: forse non bisogna per forza scegliere di essere una cosa sola. Si può essere più cose insieme e coltivare al contempo più passioni e inclinazioni.

cosa faremo da grandi

L’importante è non smettere di crederci, lasciarsi aperte tutte le porte, saper immaginare il proprio futuro prescindendo da qualunque schema precostituito, da tutte le leggi non scritte della nostra società, da quello che “sta bene” che una femmina faccia e da quello che “non si addice” a un maschio.

Come dice a Marta e Diego la loro maestra Matilde:

“Mi raccomando: non copiate! Che senso avrebbe copiare i sogni dei vostri compagni di banco? Cercate piuttosto di capire quali sono i vostri sogni”. Lottate sempre per renderli realtà, aggiungo io.

Buona lettura!

Maria Salbego