Torniamo dalle vacanze (che per me sono state tutt’altro che riposanti!) con un albo importante, bello, di un grande maestro: Roberto Innocenti.
Forse molti di voi lo conosceranno già per capolavori come La casa del tempo, albo concepito senza parole, ma pubblicato da La Margherita con un poetico accompagnamento di Roberto Piumini.
Senza parole perché scorrendo le illustrazioni di Roberto Innocenti, pagina dopo pagina, la storia è narrata prepotentemente dalla sua mano, tanto che le parole, per quanto belle, diventano a tratti superflue.
Ne La mia nave, nuovo esempio della sua immensa bravura, un capitano ci racconta la vita della sua amata nave, la sua Clementine. Clementine era una nave particolare, che trasportava merci deperibili, come la frutta, ospitandola in apposite aree refrigerate.
La storia di Clementine e del suo capitano è un’autentica storia d’amore, è la storia del sogno di un bambino che l’ha vista costruire e ha subito desiderato di salirci a bordo e viaggiare con lei, riuscendo a soddisfare questo suo grande desiderio.
Insieme Clementine e il capitano ne hanno passate tante: hanno visitato luoghi esotici, hanno conosciuto persone di diversa provenienza ed etnia, hanno assistito allo scorrere della storia, hanno attraversato mari, hanno sperimentato il dolore e la guerra, durante la quale Clementine si è trasformata per servire la patria.
Come una madre e un’amorevole alleata, Clementine ha accompagnato lungo tutta la sua vita quel giovane marinaio, lo ha visto diventare capitano, innamorarsi, scrivere alla figlia della lavandaia, divenuta sua moglie. Lo ha assistito, lo ha protetto, gli ha offerto riparo durante le notti fredde e i giorni della guerra.
Insieme i due invecchiano e mentre i capelli del capitano si ingrigiscono, Clementine, anno dopo anno, perde la sua lucentezza e il suo splendore iniziale, ma acquista imponenza e il fascino di chi ha viaggiato a lungo e ha superato ogni ostacolo con grande caparbietà.
Il sodalizio tra i due continua fino al giorno del loro ultimo viaggio insieme. Non era previsto che quel giorno dovesse giungere. Probabilmente il capitano, tra sé, ci aveva pensato molte volte, ma aveva sempre posticipato in cuor suo quel momento.
A decidere la fine di Clementine è il mare, che ne ha governato l’intera vita. Clementine si inabissa, mentre i suoi passeggeri si allontanano su di una scialuppa per mettersi in salvo, tristi.
Così il capitano, ormai vecchio, fa ritorno finalmente dalla sua famiglia. Non gli resta che guardare quel mare, dove ha viaggiato tanto a lungo, pensando con affetto alla sua amica devota, che ora riposa tra i fondali pieni di pesci colorati.
A concludere il libro, alcune pagine con una spiegazione della storia di Clementine, la mappa con le rotte che ha seguito e l’illustrazione del ponte e della stiva di una nave.
Buona lettura,
Maria
La mia nave
[Roberto Innocenti, La Margherita, 2018. Età di lettura: dai 6 anni]