Una cittadina francese, una qualunque. Tre amici, Léon, Max e Rémi, in ordine, dal più grande al più piccolo, si muovono tra le vie. Léon è un grande ammasso di pelo rosa.
A me ricorda un morbido e gigantesco cane di pezza, con le orecchie piccole, il nasone umido e gli occhi che sono nascosti sotto un voluminoso ciuffo di pelo.
Max è un bambino, capelli castani e un bel sorriso stampato in faccia. Rémi è un coniglietto candido dall’aspetto indifeso.
I tre camminano, in fila indiana, con Léon in testa, Max per secondo e Rémi con la mano nella sua.
Max porta in mano un pacchetto, probabilmente devono andare ad una festa di compleanno. Léon, con la sua imponente mole, copre la visuale agli altri due, ma loro sembrano non curarsene, anzi, questo senso di protezione sembra avvolgerli e coccolarli. Mentre il batuffolone rosa spiana loro la strada, Max racconta a Rémi delle storie e i due si divertono.
Ad un tratto però, le cose cambiano: Léon vede un bel palloncino rosso, avvisa gli altri due e questa novità desta la curiosità di Max, che chiede di passare davanti, per vedere anche lui. Léon, titubante, acconsente.
Ora l’ordine è Max, Léon e Rémi, al quale è stato affidato il pacchetto. Quante cose nuove nota Max ora che sta davanti, tutti dettagli mai visti sino ad allora, quando la sua unica visuale era la folta e morbida pelliccia dell’amico, rassicurante e onnicoprente.
Questa nuova disposizione gli piace, si sente più grande, più indipendente. La stessa cosa non si può invece dire di Rémi. Gli manca la mano di Max, Léon non sa raccontargli le storie. Si sente solo. Così, chiede anche lui di passare davanti. Adesso è lui a guidare la fila. Arrivati ad un incrocio, però, un’auto lo schizza bagnandolo da capo a piedi. Si sente piccolo, lo prende un po’ di sconforto. Fortuna che c’è Max, che subito inventa una storia e lo consola.
Finalmente i tre trovano la soluzione migliore: nessuno davanti, nessuno dietro, nessuna fila. Si danno la mano, tutti quanti, camminando insieme davanti.
Rémi inizia a cantare, Max racconta, Léon (che ora regge il pacchettino) dall’alto della sua stazza veglia su di loro, ma può anche godere della loro compagnia, che fino a quel momento gli era mancata.
E’ stato un lungo viaggio, hanno attraversato città diverse, foreste buie e praterie sconfinate e, alla fine, sono arrivati. L’impressione iniziale viene confermata: si stavano proprio recando a una festa di compleanno. Ad aspettarli ci sono altri bambini, una tavola imbandita per la merenda e un sacco di palloncini lucidi e coloratissimi.
In questo viaggio, ognuno ha imparato qualcosa, ognuno è cresciuto e ha visto gli altri crescere. La fatica è stata tanta e non sono mancati momenti di crisi, ma ce l’hanno fatta. Léon ora sa che si può proteggere anche concedendo a chi si ama un po’ di spazio tutto per sé, Max ha sperimentato la sana curiosità che dà il coraggio di crescere e di conoscere il mondo, Rémi, dal canto suo, ha capito che la vera forza, soprattutto nei momenti di difficoltà, sta nell’essere uniti e non nel procedere davanti, da soli.
E’ così che si cresce, è così che si fa crescere: passando per strade tortuose, attraversando fasi e luoghi che ci disorientano e ci fanno sentire piccoli e impotenti, ma anche permettendo a chi ci sembra più piccolo e indifeso di passare davanti, di mettersi in gioco, di osare, fino ad imparare, tutti assieme, che la conquista più grande sta nel camminare in pari, senza volersi più superare, unendo le rispettive propensioni e capacità, valorizzando ciascuno.
Buona lettura,
Maria Salbego
Passo davanti (ovvero la fatica di crescere e veder crescere)
[Nadine Brun-Cosme e Oliver Tallec, Passo Davanti, Coccole Books, 2017 Età di lettura: dai 5 anni]