Cosa si dice a chi non riesce a chiudere occhio? Di contare le pecore, è naturale.
Le pecore, in questo caso, sono 71. Non una di più, non una di meno. Si contano tra loro, devono esserne matematicamente sicure. Perché? Perché ne servono esattamente 35 da un lato e 35 dall’altro del campo.
Si schierano. La pecora arbitro (rigorosamente nera) sta nel mezzo.
Le candide protagoniste dell’albo, infatti, si preparano per una partita di calcio! Il gioco inizia, ma dura poco: il pallone, infatti, finisce incastrato tra i rami di un albero.
Le pecore, allora, le provano tutte per recuperarlo: soffiano e scuotono l’albero, lanciano sassolini, progettano complicate strategie lanciandosi a vicenda per raggiungere la giusta altezza. Finalmente, dopo svariati tentativi (e qualche ammaccatura), il pallone cade al suolo.
La partita riparte? Macché! Ora manca una pecora, quella che è stata catapultata sull’albero e che, a quanto pare, lì è rimasta, senza più riuscire a venire giù!
Di nuovo, le altre si mettono all’opera, questa volta per aiutare lei a scendere. Ed ecco l’ennesimo imprevisto. Arriva il lupo, le pecore si fiondano sull’albero tentando di mimetizzarsi, chi col tronco, chi tra i rami. Per fortuna lui non pare notarle e anzi continua per la sua strada senza battere ciglio.
Le pecore allora, sane e salve, tornano a terra. Il pallone invece no. Rimane incastrato tra le fronde. Qualcuna di loro, nella fretta di scappare, lo ha portato con sé.
La storia va avanti così, con nuovi tentativi di riavere quel benedetto pallone e il lupo che, sul più bello, vede bene di tornare indietro. Allora, di nuovo, salgono tutte sull’albero. Guarda caso, a osservare bene l’immagine, le pecorelle sono disposte in modo da ricreare la forma di una gigantesca testa di lupo, che terrorizza il poveretto.
Finalmente libere, assicuratesi di aver portato giù anche la palla stavolta, le pecore sono al punto di partenza. Sono 71, arbitro compreso.
E la partita? Quando ricomincia? Ormai è sera, è tardi, le pecore hanno sonno. Se ne riparla domani. Forse.
Pablo Albo e l’illustratore Guridi ci fanno ridere di cuore attraverso le mirabolanti peripezie di queste buffe bestiole, che tentano ad ogni costo di cominciare la loro tanto agognata sfida.
Di certo si tratta della partita a calcio più assurda e meno riuscita del pianeta, ma anche della più divertente in assoluto.
Più le pecorelle cercano (invano) di ricominciare la partita, più la questione si fa ridicola. Ogni volta che una situazione si risolve, le cose si complicano in un altro verso.
Il bello è che, quando si arriva alla fine della storia, viene la tentazione di ricominciarla. Così, inizio e fine si confondono e si uniscono, come in un circolo vizioso o in una di quelle vecchie tiritere destinate a ripetersi e ripetersi ancora, per lo spasso generale di chi recita e di chi ascolta.
Il libro si fa gioco, senza però perdere la propria natura e l’imprescindibile legame tra parola e illustrazione, che qui sono necessarie l’una all’altra come non mai, e invita ad ascoltarlo ancora una volta e a sorridere, di nuovo.
Buona lettura
71 pecore
[Pablo Alto, Lavieri, 2016. Illustrazioni di Guridi. Età di lettura: dai 3 anni]