Minibombo colpisce ancora.
Giusto qualche settimana fa, ha meritato una menzione speciale come casa editrice all’interno del Premio Nati per Leggere 2018 «per la riconoscibile identità editoriale e la cura delle pubblicazioni.
Per la capacità di dialogare con i bambini, attraverso linguaggi diversi, entrando in sintonia con loro e avvicinandoli alla lettura».
Poi, nei giorni scorsi, mi capita per le mani, fresco di stampa e di conseguente acquisto da parte della mia biblioteca, questo albo dal titolo curioso.
Sin da subito si respira aria di mare. Un gabbiano, con fare altezzoso, spicca il volo e si stacca dalla massa dei suoi simili, ammassati stretti stretti su di un’isolotto. Atterra poco più in là, su un’altra isola. Lì, è completamente solo.
Stizzito, il pennuto loda a gran voce i pregi della sua nuova condizione: lo spazio, la libertà, la possibilità di avere il cibo tutto per sé senza doverlo spartire, il silenzio, la pace.
Con piglio acido e astioso, critica senza farsi troppe remore gli amici di un tempo. Insiste e insiste: ora si sta MOLTO meglio.
Impegnato com’è nella sua filippica, non si accorge di quel che sta succedendo: quella su cui si è posato non è affatto un’isola, bensì la testa di un grosso coccodrillo che, al momento opportuno, se lo pappa in un sol boccone.
Gli altri gabbiani assistono alla scena e, senza stare a pensarci un minuto di più, volano via impauriti, naturalmente sempre in massa.
La storia però non finisce qui! Il coccodrillo si mette a parlare rivolto verso l’isola da cui i gabbiani si sono appena allontanati. Nemmeno quella è ciò che sembra! Dal mare emerge infatti un ippopotamo che, allegramente, sorride sollevato per essersi finalmente sbarazzato dei suoi rumorosi coinquilini!
L’ironia di questo albo è un po’ salata, proprio come il mare che fa da sfondo. Chi legge trova immediatamente fastidioso quel gabbiano solitario e criticone, che si dà tante arie e parla un po’ a vanvera. Eppure, in fondo in fondo, un po’ forse capiamo la sua sete di maggiore spazio e libertà.
Gli altri gabbiani, dal canto loro, lo stanno a guardare senza reagire, non controbattono nemmeno di fronte alle offese. Semplicemente lo osservano mentre lui parla, parla, parla.
Non aprono il becco neppure per avvisarlo del pericolo. Pensano a se stessi, scappano e lui scompare tra le fauci del coccodrillo mentre ancora sta parlando tutto accigliato e preso dal discorso.
È il finale quello che più di tutto ci strappa un sorriso. Come un piccolo scherzo del destino, scopriamo che in realtà gli unici che davvero si ritrovano liberi sono due personaggi che non sapevamo essere presenti in scena.
Il coccodrillo e l’ippopotamo festeggiano la tranquillità riconquistata, i gabbiani si sono letteralmente volatilizzati. Quanto al pennuto brontolone, chissà, forse, dopo tutto, ha finalmente trovato un posto in cui nessuno più lo disturberà!
Buona lettura!