Fin da subito, tra gli esami del sangue della futura mamma deve comparire la glicemia: entro la
12^ settimana se si osservano valori a digiuno ≥ 126 mg/dl o di glicemia casuale > 200 mg/dl e
glicata ≥ 6.5% la donna è considerata diabetica da prima della gravidanza.
Perché si controlla la glicemia?
Perché si vuole verificare che nella futura mamma non si
instauri la condizione di diabete gestazionale.
Il diabete mellito gestazionale (GDM) è caratterizzato da un’intolleranza glucidica di entità
variabile, che inizia o viene diagnosticata per la prima volta in gravidanza e, nella maggior parte dei casi, si risolve non molto tempo dopo il parto. Screening e diagnosi di GDM costituiscono un argomento storicamente controverso.
Il test per la diagnosi tendenzialmente viene prescritto dal proprio ginecologo fra la 23esima e
28esima settimana di gravidanza; in alcuni casi il test viene proposto prima, intorno alla 16-
18esima settimana. Il test consiste nella curva da mini carico di glucosio: si misura la glicemia e
successivamente si fa assumere alla donna 75 gr di glucosio, ricontrollando i valori glicemici dopo 1 ora e dopo 2.
Per quale motivo si instaura?
La causa principale è legata al nuovo assetto ormonale: per garantire il necessario apporto di
zuccheri al feto, gli ormoni della placenta tendono a contrastare l’azione dell’insulina prodotta
dall’organismo materno. Se questo meccanismo si inceppa, si innesca una condizione di
resistenza all’insulina e un aumento eccessivo della concentrazione di glucosio nel sangue
materno.
Le conseguenze per la madre e per il nascituro
Se la futura mamma risulta positiva al test del carico di glucosio è importante che prenda
precauzioni per la sua salute e quella del bebè. L’eccesso di zuccheri può portare rischi soprattutto al bambino: maggior peso alla nascita (macrosoma), sofferenza fetale, ittero, complicanze cardiache, disturbi respiratori e sul lungo termine, predisposizione a sindrome metabolica e obesità.
Il diabete gestazionale ha dei rischi anche per la futura mamma, perchè può predisporla
maggiormente a rischio di gestosi, edemi, parto pretermine, aumento di peso eccessivo e la
possibilità di sviluppare diabete entro 5 anni dal parto.
Spesso, con diagnosi di diabete gestazionale, viene consigliato alla donna di eliminare le fonti di
carboidrati, senza considerare il suo background; una dieta low-carb può essere adatta a una
donna sovrappeso o obesa, ma è invece inadatta in caso di una donna sportiva o con aumento
ponderale fisiologico;
una dieta basata sull’indice glicemico rischia di escludere immotivatamente
alcuni alimenti come zucca, carote e banane. Attenzione quindi, è sempre meglio una
personalizzazione: la tipologia di dieta va studiata in base alla paziente, alla sua storia ponderale,al suo esercizio fisico e i carboidrati non vanno mai eliminati totalmente.
L’alimentazione corretta deve essere la prima terapia
Il miglioramento dell’alimentazione e l’introduzione di sessione costanti di attività fisica sono i
capisaldi per una mamma con diabete gestazionale. L’alimentazione deve essere varia e
comprendere proteine ad alto valore biologico, carboidrati da fonti integrali e complesse, grassi
buoni (per approfondimenti rimando a questo articolo)
Piccole accortezze per il controllo glicemico
Meglio frazionare la dieta: fare una colazione equilibrata preferibilmente salata, spuntini tra i
pasti, pranzo e cena non troppo tardi.
Evitare di fare pasti a base di soli carboirdati: è opportuno aggiungere una fonte di proteine e di
grassi per equilibrare il picco glicemico. E’ molto meglio un piatto di fusilli integrali al tonno,
piuttosto che un piatto di riso in bianco con le zucchine.
E’ importante eliminare le fonti di zuccheri semplici: zucchero bianco, zucchero di canna, miele, fruttosio, succhi di frutta, bevande zuccherate
Il dolce ce lo si può concedere occasionalmente, preferibilmente nel contesto di un pasto e mai al di fuori dei pasti o come spuntino. Nella scelta del dolce, meglio scegliere una torta o biscotti fatti in casa piuttosto che meringhe, budini, panna cotta.
Anche la frutta apporta elevate quantità di zuccheri semplici, quindi è bene non consumare più di due frutti al giorno.
Se si vuole consumare la frutta come spuntino, abbiate l’accortezza di
abbinarla a una piccola quota di frutta secca, così da ridurre l’impatto glicemico.
E’ importante anche assumere le giuste quantità di fibra, specialmente quella contenuta nella
verdura, da inserire, anche in piccole porzioni, in entrambi i pasti.
Piccolo esempio:
colazione: yogurt greco con muesli
spuntino: mela con cannella e pinoli
pranzo: fusilli integrali con pesto di spinaci + un uovo alla coque + verdura condita con olio
merenda: pane di segale + parmigiano
cena: salmone al cartoccio con patate + verdura condita con olio extravergine d’oliva
Dott.ssa Francesca Oggionni
Potete leggere il progetto completo, con anche i post della dietista, qui: Benessere in gravidanza
Progetto in collaborazione con: #beamazza; Una mela per dietista Francesca Oggionni
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