Siete uguali!
E’ la tua fotocopia.
Come ti somiglia…
Non si può dire che non sia tuo figlio.
Sì, fisicamente mi assomiglia, è innegabile, ma non assomiglia solo a me!
Più cresce e più le differenze sono evidenti.
Fisicamente le somiglianze aumentano, per il resto tanto di diverso. Quel resto che assomiglia sempre più a qualcun altro o solo a se stesso. In ogni caso diverso da me.
E dovevo aspettarmelo!
Io caparbia e determinata allo sfinimento, lui si sfinisce solo al pensiero di iniziare. Onestà come stile di vita per tutti e due, tranne quando gioca, bara sempre e perde sempre. Io vinco e lui si arrabbia. Non sa perdere che è diverso dall’accettare le sconfitte.
Io non posso essere sconfitta, mai, e se capita ne faccio una tragedia. Devo capire dove ho sbagliato, poi accetto. A lui passa subito, non si sente sconfitto, e io mi arrabbio perché lui non si arrabbia.
Stessa passione per il sushi, forse lui di più, il salame, di cui mi privo, il radicchio trevisano crudo, l’insalata in generale. Ama la pasta scotta, io piuttosto non la mangio.
Maniaca dell’ordine io, Premio Nobel del disordine lui. Com’è possibile?
Generoso, forse troppo, solare, paladino della giustizia con i casi umani, menefreghista cosmico per tanto altro.
Ha la malattia di molti adolescenti, dare tutto per scontato e dovuto.
Io mi ammalerò presto se non riuscirò a trovare una cura.
E’ il perfetto stereotipo dell’adolescente moderno, che è diverso dall’adolescente anni ’80. Forse non ricordo bene com’ero, ma ricordo bene come non ero.
Forse non ero pronta a questo ciclone. E’ arrivato troppo velocemente. Mi ha trovata impreparata. Se mai si possa arrivare all’adolescenza del primo figlio prepararti.