Se guardi il mondo con gli occhi di un bambino tutto è semplice e niente diverso.
Se guardi il mondo con gli occhi di un bambino io e te siamo uguali.
Quanta semplicità in queste parole. Quanta banalità.
Quando la banalità ti si propone insistentemente, non puoi chiudere gli occhi, devi guardarla, perché vederla non basta.
Quando questa banalità è prepotente devi fermarti a riflettere perché vuole dirti qualcosa.
I miei figli sono i miei maestri di vita e ancora una volta, con la loro ingenuità e semplicità disarmante, mi hanno obbligata a fermarmi e riflettere.
Loro parlano, parlano, parlano, ridono e giocano. Giocano con tutti. Quando sei un bambino giochi con tutti perché da bambini siamo tutti uguali.
Un bambino visto con gli occhi di un bambino e un bambino visto con gli occhi di un adulto:
Ero al campo a vedere la partita di calcio di Semuel e vicino a me c’era un papà con un bambino. Guardavano anche loro la partita. Il figlio più grande era nella squadra avversaria.
Ho chiesto il punteggio e quel bambino mi ha risposto orgoglioso, con un sorriso immenso: “Vinciamo noi”.
Ho guardato quel bambino con gli occhi di un adulto e mi sono accorta che era un po’ “speciale”. Gli ho chiesto se giocasse anche lui a calcio. Lui non gioca ma c’ha tenuto a dirmi, con tanto orgoglio, che suo fratello ogni tanto gli insegna. Poi si è rimesso a guardare la partita. Non riusciva a stare seduto fermo, non poteva, però non disturbava. Continuava a muoversi e a sorridere.
Ad un certo punto sono passati davanti agli spalti due bambini della sua età. Due bambini che ai nostri occhi di adulti sono bambini normali.
Si sono fermati, lo hanno guardato con gli occhi dei bambini e dopo un secondo: “Vieni a giocare a calcio?”
Non avrebbero potuto fargli regalo più grande.
Li ho visti parlare, fare la conta, decidere i ruoli.
Tutto con tanta semplicità, non c’era niente di diverso tra loro.
In macchina, sulla strada del ritorno, ho chiesto a Semuel di parlarmi del suo compagno di classe speciale.
Si è infastidito. Si è messo sulla difensiva e, con tono scocciato, mi ha risposto:
“Mamma non ha niente, ogni tanto fa casino con le parole, capita, per il resto è ok.
Forse qualche compito facilitato ma niente di strano.
E’ come noi”.
Sì, hai ragione, è come voi!
Era infastidito che io parlassi del suo compagno come “speciale” perché io non lo conosco e non è giusto che parli così.
Ha ragione, non è giusto.
Non è giusto che io gli faccia pensare a diversità per lui inesistenti e forse inesistenti davvero.
La bellezza è negli occhi di chi guarda e le diversità nelle menti di chi le contempla.
Se guardi il mondo con gli occhi di un bambino non puoi che vedere bellezza, con gli occhi di un adulto, troppo spesso, vedi solo diversità.